Diamo la parola a gli allievi della Scuola Shiatsu Nagaiki. Abbiamo chiesto a loro di scrivere impressioni, di raccontare, di esprimersi dopo un anno di incontri online, di lezioni a distanza.
Lo Shiatsu ai tempi del lockdown.
Abbiamo tutti bisogno di ritrovarci, abbracciarci, far danzare i nostri pollici, “fare pressioni”.
Si, lo Shiatsu è pressione, contatto, presenza. Ne abbiamo tutti un gran bisogno.
Buona lettura
Sì, è stato come essere seduta su un divano scomodo provare quei collegamenti per partecipare agli incontri, nella totale inesperienza e nella totale agitazione di esserci in digitale, con video e microfoni. Ci volevo stare, ci volevo essere, così come correvo per non essere in ritardo quando era l’ora della pratica. È diverso ma bello. Posso dirlo, perché ho imparato a sentire gli spazi domestici dove ci inventavamo un luogo per poter praticare, cogliere i dettagli di un viso bloccato da una connessione traballante.
Mi sono detta: questo è i miracolo. Tanta gratitudine a tutti.
(Manuela V.)
La metrica è sempre stata una mia passione. Da un senso di sicurezza con la sua precisione.
Si usa per delimitare aree che contengono qualcosa e anche i confini.
“Stare a un metro di distanza” è un’espressione che ho spesso usato, nel mio intercalare, come un confine messo a qualcuno che preferisco tenere lontano, non nella mia area.
Ora pare una regola imposta, come se nessuno potesse entrare nella mia sfera di vita. Questo mi ha confusa parecchio inizialmente.
Perciò ho deciso di allargare il mio spazio contenitivo ad almeno due metri, per avere un con-tatto con le persone che vorrei tenere “dentro”.
Questi due metri, oltre alla fisicità della metrica, possono ampliarsi alla virtualità degli incontri, dove la distanza si accorcia, nella sua fisicità, vicino allo schermo di un computer, portando chi è dall’altra parte ad una presenza includibile nella mia sfera.
La resilienza, applicata da tutti i sistemi naturali e da cui mi piace prendere esempio, porta a questo. Ad accorciare la percezione di una distanza, ad includere ciò che sarebbe lontano, in uno spazio vicino.
A sottolineare che il con-tatto non è solamente fisico, ma anche emotivo. Che si possono fare cose insieme anche immaginandole, poiché il nostro spazio è delimitato da ciò che noi stessi immaginiamo di voler toccare.
(Giulia S.)
Eccomi qua. Da allieva del Centro Studi Shiatsu Nagaiki, posso dire che sono felice di far parte di questo “soffio vitale”.
L’amore, la dedizione e la competenza del Maestro e di tutti gli operatori assistenti, anche attraverso uno schermo riescono ad essere presenti e mantenere la fiamma accesa.
Risulta anche divertente far lezione online (meglio che niente) per quel che riguarda la teoria, in questo caso il “lockdown” non ci limita. Risulta invece un po’ più complicata la pratica, perché ci viene a mancare la presenza e l’occhio vigile del Maestro e quella mano attenta che ti solleva quando ti perdi (fushin): il contatto e l’abbraccio in questo caso vengono a mancare.
Per il momento che è, per i cambiamenti che ci saranno, trovo indispensabili i nostri incontri online, per non fermarsi e continuare a respirare.
Grazie a tutti.
(Paola P.)
La proposta di Luca di partecipare agli incontri di Shiatsu online mi ha colto mentre stavo
facendo un’esperienza importante: la quarantena a casa, dovuta a positività al Covid-19.
Esperienza che mi ha fatto pensare a come la vita sia una fase di passaggio che si può interrompere in ogni momento. Sono stato fortunato: il virus mi ha causato solo qualche lieve sintomo, i medici hanno potuto seguirmi da casa e non ho dovuto essere ospedalizzato.
Ho così potuto dedicarmi a varie attività “domestiche” ma mi restava tanto tempo “libero” ed è stato per me un regalo quando Luca mi ha proposto di seguire, da assistente della seconda fase, le sue lezioni da casa, in collegamento zoom.
Certo, essendo in isolamento e vivendo da solo non ho potuto operare con un Uke, ma ho ascoltato con interesse le lezioni (escono sempre aspetti nuovi anche di cose già viste), e anche solo guardando lavorare i “ragazzi” ho potuto rivedere mentalmente certi lavori.
Mi sono meravigliato della capacità di Luca di correggere le posture anche solo guardando l’immagine in un piccolo riquadro.
Credo che la sua proposta di scrivere di questa esperienza possa servirmi per aumentare la consapevolezza di me stesso e di ciò che posso fare per migliorarmi.Lo ringrazio per questo.
(Osvaldo M.)
2020 un anno difficile per tutti.
Ci sembrava difficile indossare il casco in moto, poi ci sembrava difficile mettere la cintura in auto.
Ci sembrava difficile decidere se cambiare auto oppure andare in vacanza.
Anno 2012 sembrava l’anno più brutto in assoluto ma il 2013 non è stato meglio… rabboccandosi le maniche e con qualche aiuto esterno ce ne siamo quasi dimenticati.
Invece di passare il nostro tempo a lamentarci o aspettare che i vari esperti decidano come spendere le nostre vite, Luca ha deciso di continuare con le lezioni online.
Nonostante le grosse difficoltà di connessione, di trasformare le parole in posizioni e pressioni su meridiani fino a ieri a noi sconosciuti.
Ci proviamo tutti i lunedì.
Questo ci aiuta a non pensare a tutto quello che vorrebbero piantarci nel cervello, ma a pensare che solo con la nostra forza potremmo iniziare un nuovo percorso.
(Stefano P.)
Passa la voglia, si sta bene senza scadenze ed orari, forse sarà tutto lasciato andare, magari più avanti si riprenderà con i corsi… tutto passa. Passa in fretta anche questo, invece no! Passano i mesi.
In fondo non sarà la stessa cosa, è diverso fare Shiatsu con il computer, on-line poi assolutamente impossibile ed invece no!
Esatto proprio così: invece no!
Si può, tutto cambia ed eccoci tutti i lunedì puntuali alle 20.30 in Seiza.
Tra connessioni che vanno e vengono, cuscini che diventano Uke, Uke presi al volo tra amici e familiari, coprifuoco e tanti pensieri e paure che continuamente e inesorabilmente ogni giorno siamo costretti, in un qualche modo, a subire.
Passano le settimane ma non importa, noi ci siamo, puntuali alle 20.30 in Seiza.
Ciò che conta è che c’è di nuovo l’energia giusta.Il KI è tornato o forse non è mai andato via?
(Sabrina T.)
Ciao Luca, ciao a tutta la Scuola, Mario, Paola, insomma a tutti voi con un abbraccio.
Cosa dire sullo Shiatsu online. Noooo, lo Shiatsu è ritrovarsi dall’inizio, cioè si arriva a scuola ci si cambia, intanto senti il campanello, una voce amica che entra e saluta. Poi ci troviamo nel dojo. Lo Shiatsu è fatto di presenza e tocco, di sguardi, a volte si vedono sguardi lucidi. Tutto questo mi manca. Poi ringrazio Luca per aver dato vita allo Shiatsu su Zoom e scopri nuove sensazioni, nuove emozioni sempre belle ma diverse.
(Nadia C.)
“Buonasera… benrivisti. Ora che ci siamo tutti facciamo il Mokuso.”
Ci accoglie così il nostro maestro ogni martedì sera.
Ed eccoci dentro. O meglio, fuori fisicamente dal dojo ma dentro a uno spazio psichico ed emotivo che ci connette tutti e ci accomuna, nonostante la “presenza in assenza” e, perché no, le resistenze personali alla pratica a distanza.
Come accade a me. Mi capita di sorprendermi spesso a pensare “che senso ha farlo a distanza. Ma guarda te, mi iscrivo a un corso di shiatsu, dove il contatto è fondamentale e cosa succede? Una pandemia mondiale che ci obbliga a mantenere le distanze!”.
È con questo pensiero che navigo a vista, sbatacchiata un po’ qua un po’ là dai moti ondivaghi scatenati da ogni nuovo dpcm emesso. Non è facile mantenere il baricentro in equilibrio in questa situazione di maretta. Dov’è? Come lo tengo dal momento che continuamente si sposta?
Così ogni settimana si rinnova in me quel senso di frustrazione per quella possibilità di contatto perduto, per quella pratica strana, fatta di tante presenze in assenza – ahimè assurdo ossimoro risultato di questi tempi anomali! – in cui vedo i volti e poi i corpi dei miei compagni di avventura che tentano la messa in atto della pratica a distanza sotto gli occhi attenti del maestro. E mentre ci osservo sento quanto sia grande l’impegno di ognuno ad essere in quel “lì” che aspira all’essere tutti “qui”, insieme nello stesso momento e, soprattutto, nello stesso spazio. E anche se inizio la serata bersagliata dal brontoloso borbottio che schiuma nella pentola della mia mente, mentre paro i colpi mi metto all’opera e pian piano il nervoso piccato per dover fare rotazioni, stiramenti, pressioni a distanza, si trasforma.
Grazie al respiro, alla presenza che richiede il lavoro su uke. Succede così che inaspettatamente l’impasto respiro- pressioni-uke produce una levitazione particolare: quella del tono dell’umore.
Così come il corpo, quando si alza per lasciare quel dojo virtuale, si sorprende più rilassato. E forse anche un po’ più preparato a reimmergersi nel dondolio dei flutti di questi tempi così particolari.
(Federica C.)